Analizzare la realtà disegnando
10 febbraio 2022 | Persone

Analizzare la realtà disegnando

Alice Iuri firma la copertina di Kamala Eco e Voci

by Raffaella Calso
Redazione Metropolitan ADV
Partire da un concetto o semplicemente da un’ispirazione e poi dare a quel pensiero una forma e dei colori, è un’arte non usuale per entrare nelle cose e nelle persone. Alice Iuri, giovane illustratrice, riesce a farlo in un modo naturale eppure ricco di motivazioni, letteratura e talento. Le abbiamo chiesto di raccontarci di lei e di come si riesca ad analizzare disegnando.
 
Qual è il percorso lavorativo e personale che ti ha portato al punto attuale?
Sono nata in Friuli, dove ho vissuto fino al liceo, in un piccolo paese di provincia pieno di campi in cui correre e galline dalla voce stridula. Da piccola le mie attività preferite erano il disegno e la lettura, quindi nel momento ho dovuto scegliere che cosa fare nella vita ho fatto la spola, un po’ goffamente, tra queste due passioni: per due anni ho studiato Architettura all’Università di Udine, dove sono rimasta affascinata dal rigore delle forme e dall’impatto sociale dei progetti, poi ho studiato per due anni Filosofia a Venezia, dove ho nutrito il mio amore per Wittgenstein e il mio rifiuto per la vita accademica, infine mi sono decisa a laurearmi in Design, sempre a Venezia, dove parallelamente svolgevo lavori di ogni tipo per mantenermi. Questo percorso formativo ondivago, curioso e autogestito, assieme alle svariate esperienze lavorative e umane di quegli anni sono stati importantissimi per la formazione del mio stile successivo e per la mia crescita personale. 
La mia passione per l’illustrazione prende avvio da qui, dalla molteplicità di influenze ed esperienze, dalla voglia di osservare e di sperimentare. 
 
E la tua carriera? Che strada ha fatto?
Dopo la laurea ho lavorato per qualche anno in agenzie di comunicazione, fino ad approdare a Milano nello studio di grafica editoriale TheWorldofDot, che si occupa della progettazione di copertine di libri. Nello studio Dot sono cresciuta moltissimo, affinando il senso della composizione ed entrando in contatto con grafici, illustratori, artisti e calligrafi bravissimi. Ho avuto quindi l’opportunità di illustrare copertine per case editrici come Guanda, Solferino e Rizzoli.  
Negli ultimi anni ho collaborato con le riviste Linus e l’Internazionale, con il blog di cinema Longatake e con associazioni come CipnCare (che si occupa dei danni a lungo termine della chemioterapia) e Vitale (attiva in ambito teatrale). La mia attenzione è sempre maggiore per progetti di cui condivido lo spirito e le intenzioni.
 
Come definiresti il tuo modo di “prendere la matita in mano”? Qual è la tecnica che ti appartiene e in che modo la sviluppi?
Il punto di partenza è sempre l’osservazione: guardare bene i dettagli, le ombre e le luci che definiscono un volto o un paesaggio. Da qui posso iniziare a disegnare, a mano o a computer. Amo moltissimo disegnare a matita, trovo che sia un’espressione gestuale e fisica perfetta. Allo stesso tempo la mia formazione tecnica mi porta a prediligere le forme geometriche e precise. Il risultato è una contaminazione di queste due tendenze.
 
In genere come nasce una tua illustrazione? Ci sono illustrazioni solo tue, non commissionate, che nascono da un’emozione o un’ispirazione? 
Molti ritratti che faccio nascono dall’esigenza di “analizzare” un volto. Mi piace prendere le foto di scrittori o artisti che ammiro, ma anche quelle di amici e parenti, e sviscerarne i volumi, le texture e le geometrie. Spesso disegno spinta soltanto da questo desiderio. Quando l’illustrazione è commissionata il processo è lo stesso e la sfida è sempre quella di produrre un ritratto espressivo e riconoscibile.
 
Quali parole abbineresti alla tua illustrazione per Kamala “Eco e voci”? Cosa significa per te quella immagine?
Nell’illustrazione ho usato i contrasti, il colore e, ancora, lo sguardo. Ho creato un’immagine in cui il volto di una ragazza, deciso e determinato, si contrappone ai volti grigi, uguali, ripetitivi delle persone che ripetono ad “eco” quello che sentono. Mi è piaciuto molto arricchire la composizione inserendo nei capelli una foresta, vivace e colorata.
 
Intervista pubblicata su Kamala ECO E VOCI - scarica la rivista qui