Vorrei prendere il treno
20 maggio 2020 | Persone

Vorrei prendere il treno

Il progetto di Iacopo Melio, un ragazzo con le ruote per terra (ma che fa salti altissimi)

by Daniela Natale
Redazione Metropolitan ADV

Alcune persone sono viaggi: ispirano l’avventura verso luoghi inesplorati, affascinano con la semplicità di una bellezza pura e si lasciano attraversare come una terra accogliente fa nei confronti di un viaggiatore curioso. 

 

Iacopo Melio è un viaggio.

Chi parte alla sua scoperta, non si aspetta di trovare davanti ai propri occhi l’entusiasmo di un giovane appassionato e la profondità di un uomo affamato di sapere. Ma Iacopo Melio è una Persona preziosa, che definire un viaggio è quasi paradossale, visto che del diritto all’accessibilità dei mezzi pubblici ne ha fatto una delle sue battaglie più importanti. 

 

Freelance nel mondo del giornalismo e della comunicazione digitale, autore e attivista, racconta così l’inizio del suo impegno in qualità di presidente della Onlus “#Vorreiprendereiltreno”: «Dopo la scrittura di un mio articolo ironico (dal titolo “Sono single per forza, non piglio l’autobus!!”), che fece nascere la campagna di sensibilizzazione spontanea “#Vorreiprendereiltreno”, ho subito raccolto tanta visibilità e solidarietà da parte delle persone (era Giugno del 2014). Consapevole che questi fenomeni di internet hanno vita breve, ho deciso sei mesi dopo di fondare una Onlus (nata a Gennaio 2015) con l’obiettivo di continuare a sensibilizzare (online e offline) e al tempo stesso, quando possibile, realizzare progetti concreti per sostenere la disabilità proprio grazie all’energia raccolta nei primi mesi di campagna. Così la mia denuncia all’inagibilità dei mezzi pubblici autoironica è diventata una grande famiglia che ogni giorno diffonde la cultura dell’inclusione».

 

Quella di Iacopo Melio è la forza tipica di chi crede in quello che fa e non ha paura di denunciare, lottare e far sentire la propria voce, facendone anche cassa di risonanza per i bisogni altrui.

 

Con l’autoironia getta ponti di dialogo, con l’incontro costruisce sensibilità. Ne è un chiaro esempio l’attività di informazione che con #Vorreiprendereiltreno svolge in lungo e in largo per l’Italia, entrando in relazione anche con giovani e giovanissimi nelle scuole e nelle piazze. La “risposta” delle giovani generazioni sembra promettere bene, soprattutto in virtù di una naturale propensione al cambiamento e all’adattamento allo stesso: «Così come gli adulti, c’è chi recepisce meglio e chi peggio, c’è chi è molto sensibile (per questioni personali o indirette o per semplice interesse e curiosità) e chi meno. Di sicuro i giovani hanno meno filtri e pregiudizi rispetto agli adulti, e sono più propensi a imparare, conoscere e dare il buon esempio, perché in loro c’è maggior consapevolezza del fatto che ognuno di noi può mettersi in gioco e, in qualunque momento, può provare a migliorare la società. Insomma, i giovani “assorbono” più facilmente certi contenuti perché si sentono maggiormente coinvolti nei processi di cambiamento».

 

Ma un’autentica cultura del rispetto e la lucida consapevolezza che il raggiungimento di più diritti per tutti è sinonimo di società civile e democratica, è ancora tanto, troppo lontana. La scarsa considerazione verso le disabilità è all’ordine del giorno, in ogni contesto sociale e culturale: «La superficialità è uno degli atteggiamenti peggiori che si possano incontrare, quella stessa superficialità che porta i cittadini a parcheggiare nel posto riservato ai disabili senza averne diritto o sui marciapiedi, diventando un ostacolo non solo per chi ha una mobilità ridotta ma per chiunque, compreso genitori coi passeggini o anziani. Quella frase “erano solo cinque minuti” di giustificazione, puntuale ogni volta, è l’esempio concreto di una società che non vorrà mai rendersi abbastanza rispettosa e inclusiva».

 

Sono tante le persone che, tramite la ONLUS, fanno sentire la propria voce, invocando il sacrosanto diritto alla mobilità e, in questi primi quasi cinque anni di attività, #Vorreiprendereiltreno ha raggiunto tanti traguardi, che sono poi sempre diventati nuovi punti di partenza per altrettanti obbiettivi: «Insieme a #Vorreiprendereiltreno ho vinto il premio “Cittadino Europeo” conferito dal Parlamento Europeo. È stato sicuramente un piacere constatare che il lavoro che stiamo facendo, per la tutela dei diritti umani e civili, abbia ricevuto un riconoscimento simile. Ci ha fatto sentire non solo meno soli (abbiamo incontrato tante realtà, ognuna meritevole e ognuna andava nella nostra stessa direzione di umanità), ma anche dalla parte giusta, spronandoci a continuare e fare meglio». E alla domanda su quali siano i prossimi obbiettivi di #Vorreiprendereiltreno, Iacopo risponde: «In questi quasi cinque anni di attività non ci siamo mai fermati, muovendo piccoli passi ma con l’obbiettivo di costruire, ogni giorno, tutti insieme, una società migliore. La nostra filosofia è quella di realizzare un progetto alla volta, passo dopo passo, cogliendo le idee e i sogni che capitano sul momento grazie anche a chi ci segue e alle storie che incrociamo sul nostro percorso, che sono uno stimolo e un’ispirazione molto forte».

 

Trafelati, per prenderlo al volo. Distrattamente, mentre si è al telefono. Eccitati, pensando all’imminente partenza verso un luogo del cuore. Ogni giorno moltissimi uomini e moltissime donne salgono sul proprio treno, con la scioltezza di chi compie un atto semplice, “normale”. Eppure quella ordinarietà non fa parte della vita di tante persone, che avrebbero però tutto il diritto di viverla, ciascuna secondo la propria natura. 

 

Oggi è un buon giorno per iniziare a costruire una società davvero accogliente, a partire da un maggiore rispetto e da una più consapevole tutela dei diritti umani e civili.

 

Articolo apparso su Kamala Magazine, n. 4 Dicembre 2019 , semestrale gratuito scaricabile qui