Destinazione Felicità
14 febbraio 2020 | Persone

Destinazione Felicità

L'ottimismo di Emma Taveri al servizio del suo territorio.

by Valentina Chittano
Redazione Metropolitan ADV

Giovane, dinamica e imprevedibile, a 34 anni Emma Taveri ha creato la sua impresa eccezionale nel desiderio di cambiare le cose, fino ad arrivare a creare “destinazioni felici”. Motivare le persone è ciò che le piace fare di più, ma da ogni incontro sa che arricchisce in primis se stessa, ammirando la passione che si nasconde nei sogni della gente.

 

Mamma tedesca, papà “di Brindisi”. Come dici tu stessa, non solo “italiano”, perché essere di Brindisi è un’altra cosa. Ci spieghi perché?
Sono cresciuta a Brindisi quando il periodo era particolare, non solo per la mia città, ma per tutto il Salento e il Sud. Brindisi soprattutto era complessa e spesso si provava la sensazione di non avere prospettive, di viaggiare a velocità diverse rispetto ad altre realtà. Adesso la sensazione è che le cose stiano cambiando perché ci sono tanti progetti imprenditoriali nuovi nel Meridione d’Italia. Ora ci sono luoghi in cui si parla di futuro e ci sono amministrazioni pubbliche in cui si opera cercando di attivare i giovani.

 

A proposito di amministrazioni pubbliche, tra i tuoi progetti hai spesso detto che un giorno ti piacerebbe diventare sindaco della tua città…
Ho sempre nutrito questa aspirazione, ma non tanto come prestigio, quanto per il piacere del fare politica, quella vera, quella che trasforma le cose e punta in alto. Se le persone giuste sono nel posto giusto si può creare l’inimmaginabile. Ci sono già amministrazioni, anche piccole, che fanno cose straordinarie.

 

Intanto si può dire che con il tuo lavoro fai già in qualche modo la tua parte, in tal senso. Di cosa ti occupi nello specifico
Mi occupo di marketing strategico e di sviluppare tutte quelle azioni che accompagnano un prodotto (nel mio caso una destinazione) al mercato. Sono un intreccio tra destination/project manager, business developer e marketing manager. Dall’analisi di un territorio metto in atto dei progetti, delle strategie di destinazione e in alcuni casi implemento la gestione dello sviluppo locale. Lo faccio con la mia società, Destination Makers, nata nel 2014.

 

Cos’è Destination Makers?
Siamo a una intersezione tra marketing territoriale e sviluppo locale per fare promozione consapevole dei territori. Per riassumere possiamo dire che uniamo turismo e innovazione sociale, lavorando in luoghi che hanno bisogno di creare un’offerta prima ancora di pensare al marketing, coinvolgendo le comunità locali il cui scopo deve essere quello di un miglioramento della propria vita e poi il turismo. Il progetto è nato a Brindisi per poi espandersi come modello in tutta Europa.

 

Qual è la cosa più bella del tuo lavoro?
Avere la percezione che, grazie a quello che faccio, le cose cambiano realmente. Connettere i territori alla realtà, capendone le vere esigenze, e alle possibilità che offre l’amministrazione pubblica, trovando progetti che siano utili a entrambe le parti. Costruiamo insieme alle comunità ed è questa la soddisfazione più grande.

 

Cosa consiglieresti a chi non ha ancora trovato la sua strada? Penso soprattutto ai giovani…
Non ci sono formule da mettere in pratica valide per tutti per realizzarsi. Ma c’è la caparbietà e la necessità di mettersi in gioco. Oggi vedo che non sempre c’è fame, non sempre c’è curiosità. Occorre invece smettere di piangersi addosso perché il lavoro, se vuoi, c’è. Tanto dipende dalle famiglia in cui nasciamo e cresciamo, è un supporto fondamentale. Ma tocca a noi metterci sacrificio e coraggio nell’ottica di fare sempre le cose per bene, con la nostra impronta e utili anche agli altri.

 

Articolo apparso su Kamala Magazine, n. 3 Estate 2019 , semestrale gratuito scaricabile qui